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La sinistra non è ancora pronta per la democrazia.

La cosa divertente è che oggi in Italia quel minimo di libertà che c’è la garantiscono i postfascisti al governo.

Se, viceversa, governasse la sinistra – che, da partito dei lavoratori e dei diritti quale si vanta di essere, non fa altro che invocare dimissioni e licenziamenti per chiunque abbia un pensiero discrepante rispetto al suo – ci sarebbe la stessa situazione che c’era due anni fa, quando molte persone sono state gravemente discriminate ed hanno perso il lavoro solo per una loro libera scelta in materia sanitaria.

Dopo averci arroventato le orecchie per decenni col pericolo del fascismo e del suo ritorno e con la deriva autoritaria che in ipotesi ne sarebbe derivata, la sinistra antifascista si è rivelata molto più fascista del fascismo stesso, così come puntualmente notato da Flaiano, e la realtà si é incaricata di dimostrarlo puntualmente.

Sotto il postfascismo meloniano vivono tutti tranquillamente e serenamente, senza discriminazioni, tanto che alla sinistra non rimane che prendersela con chi critica, del tutto legittimamente, una sentenza o scrive un libro dove espone quello che pensa.

La realtà è che i fascisti sono arrivati ad essere pronti per la democrazia molto prima degli antifascisti e dei sinistri, che non perdono l’occasione per dimostrare di non sapere cosa siano rispetto per gli altri, riguardo per le opinioni altrui, serenità di fronte a chi semplicemente ha un punto di vista diverso e che, quindi, evidentemente per quella democrazia non sono ancora pronti e devono seguire e imparare ancora molte lezioni di tolleranza e rispetto.

Questi non sono discorsi astratti, come astratta non è la politica, non ti dimenticare mai di quello che é successo appena due anni fa con la pandefuffa, dove con il pretesto di una epidemia sono stati calpestati i diritti di tutti, in alcuni casi in modo peggiore di quanto avvenuto durante il periodo storico del fascismo di Mussolini.

Rock n’ roll.