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Nati per servire.

Quella del servo non è una condizione cui ci si adatti per necessità o bisogno, ma una vera e propria vocazione, un modo di vivere seguito, di fatto, da persone che non potrebbero essere diverse da così.

Per rendersi conto del pieno fondamento di tale assunto, basta guardare, nemmeno per l’intero, un qualsiasi telegiornale o leggere qualche quotidiano oppure, infine, vedere cosa scrivono, nei propri account social, gli stessi giornalisti che compilano quei contenuti.

Va notato che il servo ama molto parlare di ciò di cui né dispone né potrà mai avere, cioè di diritti, di libertà, di garanzie
costituzionali, ma il vero momento in cui gode, per il massimo che può godere una persona della sua condizione, é quando una persona davvero libera subisce un abuso e viene toccata dal male: una persona che perde il lavoro per via delle sue opinioni politiche o delle sue scelte sanitarie ad esempio.

In quei casi, il servo riversa tutta la sua filosofia perversa sugli altri, per convincerli che vivere come lui, con la schiena
costantemente piegata, é in fondo preferibile, perché si evitano tutte le avversità che attingono gli uomini liberi.

Il servo ti vorrebbe poi anche convincere che lui è eticamente superiore agli altri…

Il fatto é che c’è chi nasce per essere servo e chi per essere libero e, stranamente nel caso del servo, nessuno dei due farebbe mai a cambio.

E tu, per che cosa sei nato?

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La sinistra non è ancora pronta per la democrazia.

La cosa divertente è che oggi in Italia quel minimo di libertà che c’è la garantiscono i postfascisti al governo.

Se, viceversa, governasse la sinistra – che, da partito dei lavoratori e dei diritti quale si vanta di essere, non fa altro che invocare dimissioni e licenziamenti per chiunque abbia un pensiero discrepante rispetto al suo – ci sarebbe la stessa situazione che c’era due anni fa, quando molte persone sono state gravemente discriminate ed hanno perso il lavoro solo per una loro libera scelta in materia sanitaria.

Dopo averci arroventato le orecchie per decenni col pericolo del fascismo e del suo ritorno e con la deriva autoritaria che in ipotesi ne sarebbe derivata, la sinistra antifascista si è rivelata molto più fascista del fascismo stesso, così come puntualmente notato da Flaiano, e la realtà si é incaricata di dimostrarlo puntualmente.

Sotto il postfascismo meloniano vivono tutti tranquillamente e serenamente, senza discriminazioni, tanto che alla sinistra non rimane che prendersela con chi critica, del tutto legittimamente, una sentenza o scrive un libro dove espone quello che pensa.

La realtà è che i fascisti sono arrivati ad essere pronti per la democrazia molto prima degli antifascisti e dei sinistri, che non perdono l’occasione per dimostrare di non sapere cosa siano rispetto per gli altri, riguardo per le opinioni altrui, serenità di fronte a chi semplicemente ha un punto di vista diverso e che, quindi, evidentemente per quella democrazia non sono ancora pronti e devono seguire e imparare ancora molte lezioni di tolleranza e rispetto.

Questi non sono discorsi astratti, come astratta non è la politica, non ti dimenticare mai di quello che é successo appena due anni fa con la pandefuffa, dove con il pretesto di una epidemia sono stati calpestati i diritti di tutti, in alcuni casi in modo peggiore di quanto avvenuto durante il periodo storico del fascismo di Mussolini.

Rock n’ roll.

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Evviva i sanitari non vaccinati.

Quanto livore ideologico, quanta presunzione e quanti giudizi verso i sanitari che avevano, legittimamente e pagando in prima persona, scelto di non fare un vaccino che i mesi successivi hanno dimostrato essere del tutto inutile sia per evitare di contagiarsi sia per impedire il contagio altrui.

Il governo ha fatto benissimo e il decreto legge che finalmente li rimette al lavoro é letteralmente sacrosanto, dopo una messe enorme di provvedimenti che hanno calpestato non solo la carta costituzionale ma un minimo di buon costume ed etica in ambito politico.

Va ricordato di nuovo, per l’ennesima volta, che l’essenza stessa della scienza é il dubbio e la libertà di ognuno di praticarla secondo le proprie conoscenze ed esperienze, mentre quello che oggi si vorrebbe propagandare per scienza é in realtà uno scadente scientismo o dogmatismo in cui alcune circostanze dovrebbero essere accettate come verità di fede, cui non rinunciare anche quando smentite dalla realtà dei fatti.

Finalmente é stata eliminata una grave ingiustizia, ma la vibrante crisi di rigetto verso il provvedimento del governo dimostra platealmente che quella inammissibile discriminazione era di fatto sostenuta da una fetta consistente della società e della classe politica, a favore dell’autoritarismo anche in ambito sanitario.

Dobbiamo continuare a vigilare affinché abomini del genere non possano mai ripetersi.