Quella del servo non è una condizione cui ci si adatti per necessità o bisogno, ma una vera e propria vocazione, un modo di vivere seguito, di fatto, da persone che non potrebbero essere diverse da così.
Per rendersi conto del pieno fondamento di tale assunto, basta guardare, nemmeno per l’intero, un qualsiasi telegiornale o leggere qualche quotidiano oppure, infine, vedere cosa scrivono, nei propri account social, gli stessi giornalisti che compilano quei contenuti.
Va notato che il servo ama molto parlare di ciò di cui né dispone né potrà mai avere, cioè di diritti, di libertà, di garanzie
costituzionali, ma il vero momento in cui gode, per il massimo che può godere una persona della sua condizione, é quando una persona davvero libera subisce un abuso e viene toccata dal male: una persona che perde il lavoro per via delle sue opinioni politiche o delle sue scelte sanitarie ad esempio.
In quei casi, il servo riversa tutta la sua filosofia perversa sugli altri, per convincerli che vivere come lui, con la schiena
costantemente piegata, é in fondo preferibile, perché si evitano tutte le avversità che attingono gli uomini liberi.
Il servo ti vorrebbe poi anche convincere che lui è eticamente superiore agli altri…
Il fatto é che c’è chi nasce per essere servo e chi per essere libero e, stranamente nel caso del servo, nessuno dei due farebbe mai a cambio.
E tu, per che cosa sei nato?