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La sinistra non è ancora pronta per la democrazia.

La cosa divertente è che oggi in Italia quel minimo di libertà che c’è la garantiscono i postfascisti al governo.

Se, viceversa, governasse la sinistra – che, da partito dei lavoratori e dei diritti quale si vanta di essere, non fa altro che invocare dimissioni e licenziamenti per chiunque abbia un pensiero discrepante rispetto al suo – ci sarebbe la stessa situazione che c’era due anni fa, quando molte persone sono state gravemente discriminate ed hanno perso il lavoro solo per una loro libera scelta in materia sanitaria.

Dopo averci arroventato le orecchie per decenni col pericolo del fascismo e del suo ritorno e con la deriva autoritaria che in ipotesi ne sarebbe derivata, la sinistra antifascista si è rivelata molto più fascista del fascismo stesso, così come puntualmente notato da Flaiano, e la realtà si é incaricata di dimostrarlo puntualmente.

Sotto il postfascismo meloniano vivono tutti tranquillamente e serenamente, senza discriminazioni, tanto che alla sinistra non rimane che prendersela con chi critica, del tutto legittimamente, una sentenza o scrive un libro dove espone quello che pensa.

La realtà è che i fascisti sono arrivati ad essere pronti per la democrazia molto prima degli antifascisti e dei sinistri, che non perdono l’occasione per dimostrare di non sapere cosa siano rispetto per gli altri, riguardo per le opinioni altrui, serenità di fronte a chi semplicemente ha un punto di vista diverso e che, quindi, evidentemente per quella democrazia non sono ancora pronti e devono seguire e imparare ancora molte lezioni di tolleranza e rispetto.

Questi non sono discorsi astratti, come astratta non è la politica, non ti dimenticare mai di quello che é successo appena due anni fa con la pandefuffa, dove con il pretesto di una epidemia sono stati calpestati i diritti di tutti, in alcuni casi in modo peggiore di quanto avvenuto durante il periodo storico del fascismo di Mussolini.

Rock n’ roll.

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Riscossione multe “no vax” sospesa per un altro anno.

Le multe per la mancata vaccinazione degli ultracinquantenni non sono da pagare, il governo ha fatto un nuovo provvedimento con cui ha sospeso tutto di un altro anno.

Perché il governo sospende la riscossione delle multe anziché abrogarle e basta, se non le ritiene giuste?

Te lo spiego in un video che farò appena possibile sul canale youtube di noinonvaccinati▫️com

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vaccinati.null

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Sanitari: possono tornare al lavoro.

É finita l’odissea dei sanitari non vaccinati. Dopo due rinvii e la possibilità di un terzo, il governo ha rimosso tutti i limiti senza nemmeno aspettare la fine dell’anno.

É stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge 31 ottobre 2022, n. 162, che prevede la fine dell’obbligo vaccinale per i sanitari da oggi, primo Novembre 2022, all’art. 7.

Nell’ultimo anno ho seguito e ascoltato tanti sanitari ingiustamente e senza alcun vantaggio pratico privati del lavoro, ne ho raccolto le sofferenze e sono oggi molto felice per la fine di un incubo.

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Evviva i sanitari non vaccinati.

Quanto livore ideologico, quanta presunzione e quanti giudizi verso i sanitari che avevano, legittimamente e pagando in prima persona, scelto di non fare un vaccino che i mesi successivi hanno dimostrato essere del tutto inutile sia per evitare di contagiarsi sia per impedire il contagio altrui.

Il governo ha fatto benissimo e il decreto legge che finalmente li rimette al lavoro é letteralmente sacrosanto, dopo una messe enorme di provvedimenti che hanno calpestato non solo la carta costituzionale ma un minimo di buon costume ed etica in ambito politico.

Va ricordato di nuovo, per l’ennesima volta, che l’essenza stessa della scienza é il dubbio e la libertà di ognuno di praticarla secondo le proprie conoscenze ed esperienze, mentre quello che oggi si vorrebbe propagandare per scienza é in realtà uno scadente scientismo o dogmatismo in cui alcune circostanze dovrebbero essere accettate come verità di fede, cui non rinunciare anche quando smentite dalla realtà dei fatti.

Finalmente é stata eliminata una grave ingiustizia, ma la vibrante crisi di rigetto verso il provvedimento del governo dimostra platealmente che quella inammissibile discriminazione era di fatto sostenuta da una fetta consistente della società e della classe politica, a favore dell’autoritarismo anche in ambito sanitario.

Dobbiamo continuare a vigilare affinché abomini del genere non possano mai ripetersi.